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Bisognava raccontare l’alta velocità in Italia attraverso la presentazione dei 5 progetti delle più note archistar planetarie, bisognava farlo a Venezia all’interno degli eventi della Biennale di Architettura, bisognava farlo nell’ala scarpiana della Querini Stampalia. La precedente mostra di architettura era stata firmata da Botta con un mirabile allestimento che raccontava l’opera omnia di Le Corbusier. Due le intuizioni che tracciarono il programma progettuale:
_il riempimento (artificiale) di alcune sale con acque che mimavano il noto fenomeno lagunare dell’acqua alta
_l’uso come elemento compositivo base della rotaia, per comporre l’intero apparato di espositori.
Tredici giorni di allestimento intenso, con non poche difficoltà logistiche e la chiusura dei lavori con un infinità discussione con il direttore sul posizionamento di un falso gradino, discussione mirabilmente sviluppata da Busetto nel libro “xxxxxxx”.
La collaborazione con il gruppo Marazzi iniziò con il progetto dello stand Ragno, poi lo showroom di Modena, poi quello di Sassuolo, e poi ancora lo stand di Marazzi, lo showroom Hatria, la sala mostre di Marazzi a Parigi. Fu dopo una manciata d’anni di collaborazione continuativa che venimmo convocati per la progettazione di un punto vendita Marazzi.
La nostra prima considerazione fu categorica: il progetto entrava in rotta di collisione con la rete di distribuzione preesistente (indiretta) e avrebbe generato non pochi contraccolpi da un punto di vista commerciale. Tralasciate le divergenze iniziali e le infinite riunioni fra l’azienda il team di analisi strategica dell’università Bocconi e noi, il progetto finale prevedeva:
un’enorme bagno, e che cosa è un hammam se non un bagno,
attorno al quale vendere prodotti per il corpo
attorno al quale vendere sanitari
attorno al quale vendere piastrelle.
Di fatto una serie di perimetri concentrici capaci di coinvolgere in modalità diverse il prospect attraverso la frequentazione dello spazio che non fosse legata esclusivamente all’acquisto di piastrelle. Una modalità di aumento di pedonabilità e di incremento della brand awareness che nel corso degli anni e delle mutazioni di mercato anticipò le strategie commerciali intraprese da molteplici brand oggi.
Fieramilano, lanciando il progetto del nuovo insediamento fieristico di Pero-Rho, è diventata di fatto il più grosso operatore immobiliare regionale. Un’area di circa 300.000 mq veniva immessa sul mercato per la realizzazione di un nuovo quartiere nel cuore di Milano. Venimmo chiamati per curare l’immagine e progettare tutti gli item necessari per il racconto dell’operazione.
Furono 5 anni di intenso lavoro: redesign del marchio, creazione di una serie di marchi per società satellite, bilanci sociali, sviluppo della building identity della palazzina direzionale, documentazione commerciale e poi la mostra di presentazione alla Triennale di Milano dei progetti in concorso, stand modulare per la partecipazione di svariate fiere commerciali europee e cosi via. Un percorso concluso con il progetto di inaugurazione della fiera medesima.
L’attività di progetto e consulenza, durata circa dieci anni, ha definito il profilo di Navone Associati come soggetto capace di offrire attività di comunicazione verticalizzate. Dalle verifiche di posizionamento del brand al progetto, fino ad arrivare alla gestione in diretta delle attività produttive.
Navone Associati ha implementato molteplici canali di comunicazione capaci di creare un corpo comunicazionale coerente e compatto, selezionando agenzie di advertising, scrivendone i briefing, progettando l’alfabeto compositivo e il moodboard di tutti gli interventi di interior ed exhibition design.
Dopo una precedente esperienza fatta con i container, dove venivano presentati con un’installazione in largo La Foppa — prima installazione fatta in Italia con l’uso dei container — un lavoro della galleria Neon di Bologna e le novità delle collezione Restart del 2005, Samsung ci contatta, incuriosita dal nostro intervento.
Il problema: supportare la vendita stagionale dei propri condizionatori d’aria. I condizionatori sono come le fragole, hanno una stagione cortissima che va da fine maggio ai primi 15 giorni di luglio, poi le vacanze e tutto finisce.
Navone Associati propone un installazione in 5 città italiane, 5 container posizionati nel centro della principale piazza delle città prescelte con all’esterno una promessa: «22° di temperatura, 55% di umidità». Dentro una lounge total white dell’acqua minerale fresca, una serie di quotidiani, due sedute e sul fondo il prodotto che garantisce benessere e relax. Un percorso esperienziale capace di catturare il prospect attraverso alcuni minuti di benessere.
Il nome MAMbo non tradisce certo la riconoscibilità planetaria del ballo, ma parallelamente suggerisce l’acronimo retrostante Museo d’Arte Moderna di Bologna. È da questa felice intuizione, scaturita da uno dei primi tavoli di confronto con Gianfranco Maraniello, che nasce il nome del museo.
Da lì in avanti gli incontri si susseguirono settimanalmente per oltre un anno e da quelle riunioni scaturirono le molteplici parti del lavoro di identity. Ruolo e posizionamento dell’istituzione museale, design del marchio caratterizzato dallo riempimento degli occhielli interni per favorirne la riproduzione, stationery, il book di normativa d’uso del marchi e dell’apparato visual. E poi la building identity, lo stand per il racconto itinerante del museo, la mostra di inaugurazione, gli incontri per la formazione del personale interno.
MAMbo è un progetto di corporate identity e consulenza apicale sviluppato in collaborazione con ARA Associati, studio di architettura che progettò l’edificio.
La divisione netta fra comunicazione e esposizione, l’inserimento di indagini sul prodotto, effettuate con dispositivi di realtà aumentata, la ricerca di riferimenti iconici per la definizione della scatola architettonica, questi sono stati gli elementi salienti capaci di creare la differenza dello lo stand di Alfa Romeo al Salone dell’Automobile di Francoforte.
L’intervento in terra tedesca è stato il primo di una lunga serie di progetti dedicati all’exhibition del marchio a cui hanno fatto seguito progetti di merchandising, di dealer identity, di scrittura di contributi video. L’attività, mirata alla creazione di un linguaggio coerente e capace di rappresentare il brand e il prodotto in tutte le sue sfumature.
Cosa può diventare il grattacielo più alto di Torino, sede di uno dei più longevi istituti bancari italiani? L’orologio di riferimento della città, un punto di osservazione privilegiato, uno spazio di racconto territoriale, un giornale multimediale, una vetrina, uno spazio di narrazioni temporanee e tante altre cose ancora.
Questo è stato l’asse portante del progetto sviluppato per la gara a inviti che Intesa Sanpaolo aprì per la realizzazione della building identity della loro sede principale. Un progetto che vedeva nella creazione di una serie di spazi di racconto il momento di relazione e comunicazione fra il brand e il territorio.
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